Focus On

Urzí e la messa

Set. 12 2013

Beh, francamente, dire che Urzí non si è mosso per la toponomastica

è come dire che il prete non dice messa. Rammento a chi ha detto questa

Riceviamo e volentieri pubblichiamo - cittadinanza

Set. 12 2013

Di Li Yu, detto Marco

Apprendo con stupore la notizia sull'ottenimento della cittadinanza italiana da parte della candidata, alle prossime elezioni provinciali della lista SVP, signorina Marie

“Io dottore nero, in Italia mai oggetto di razzismo. La Kyenge sta sbagliando tutto!”

Set. 09 2013

Dal sito www.informazionelibera.info dell'8 settembre 2013

dottore nero

Ecco una bella testimonianza di quanto il ministro all’Integrazione Cecile Kyenge  sia prevenuta ed in mala fede verso gli italiani. “Io mi chiamo Ahmad sono stato adottato da una famiglia sarda e ho studiato a Roma. Durante l’università i miei compagni di studio non avevano la benché minima traccia di xenofobia, e mi trattavano al pari loro.

Nel mio praticantato in ospedale sono stato chiamato anche portantino, ma anche dottore, nonostante il cartellino appeso alla divisa.Una volta presa la specializzazione avevo il cartellino con su scritto il mio nome e il prefisso “Dott” quindi nessuno si poteva sbagliare, alcuni mi chiamavano anche professore, come alcuni prima di avere il passi mi chiamavano già dottore. Mentre alcuni colleghi, bianchi, si sono sentiti discriminati nei confronti di qualche figlio di papà arrivato per ultimo e già in lista per ruoli importanti.

Ho la pelle nera, sono musulmano, nonostante i miei genitori siano di religione cattolica, ma questo non mi ha impedito di integrarmi nella società, più di qualunque altro italiano di nascita che se ne sta ai margini per volontà. Non credo che gli italiani siano razzisti, sono sempre stato uno di loro.

Non riesco a capire il ministro Kyenge che si lamenta perché gli altri non sono d’accordo con lei, io per esempio non sono d’accordo che voglia togliere il pane di bocca ai cittadini italiani per regalare stipendi e case a chi dell’Italia vuole farsene un pacchetto e buttarla nella spazzatura. Perché in mezzo a chi è veramente profugo e alla fame, a chi scappa dalla guerra e dai genocidi, ci sono persone che approfittano della situazione e arrivano in Italia per delinquere, sentendosi spalleggiato dalle autorità pensando che non avranno il loro castigo altrimenti l’italiano passa per razzista.

Comprano casa coi soldi dei furti - a processo 7 nomadi

Giu. 27 2013

Tratto da quotidiano Alto Adige del 27 giugno 2013

A processo un gruppo di sette nomadi. La Procura contesta 21 colpi in tutta la provincia.

Sono accusati di furti e rapine in serie in abitazioni private ed in alcuni hotel dell’ Alto Adige. Sette nomadi sono da ieri sotto processo, in sede preliminare, con l’accusa di associazione a delinquere. Secondo l’accusa avrebbero agito sotto il controllo di un’unica organizzazione anche perchè tutti appartenenti ad un unico nucleo famigliare. Secondo la Procura della Repubblica i capi dell’organizzazione sarebbero stati Romeo Maier e Anna Teresa Hudorovic che - si legge nel capo d’imputazione - avrebbero coordinato l’attività del gruppo, conferendo disposizioni agli associati per la parte logistica come l’approvvigionamento di carburante per i veicoli e la gestione dei materiali di illecita provenienza. L’elenco delle persone inquisite comprende sette nomi: Romeo Maier di 45 anni, Anna Maria Hudorovic di 42 anni, Rian Maier di 22 anni, Loredana Maier di 45 anni, Samanta Levacovich di 34 anni, Paola Held di 20 anni e Persilla Maier di 34 anni. Sono quasi tutti segnalati come accampati in Alto Adige (in particolare nella zona di Bressanone) e a Trento (in zona Ravina). Gli episodi indicati nel capo d’imputazione sono ben 21 tra cui diversi colpi messi a segno in Alto Adige ed in particolare in alberghi ad Obereggen, Naz Sciaves, Marlengo e Sesto Pusteria oltre in un un appartamento privato ad Appiano e a Riscone di Brunico. Secondo l’accusa il gruppo sarebbe riuscito, con il provento dei colpi ladreschi, ad acquistare un appartamento nei pressi di Castelfranco Veneto pagato 210 mila euro. Altri soldi furono impiegati anche per l’acquisto di un camper Fiat Laika poi utilizzato come base operativa per commettere diversi furti. Uno dei colpi più fruttuosi della banda venne messo a segno in un appartamento di Riscone di Brunico ove vennero sottratti braccialetti e anelli d’oro per un valore complessivo di 10 mila euro. Nel capo d’imputazione si evidenzia anche il fatto che il gruppo, per operare ed evitare possibili intercettazioni telefoniche, aveva attivato una serie di utenze telefoniche cellulare a cittadini stranieri, per lo più cinesi, del tutto ignari dell’iniziativa. Le indagini effettuate dalle forze dell’ordine hanno permesso di ricostruire nel dettaglio diversi colpi inseriti nel capo d’imputazione. L’appartamento che il gruppo è riuscito ad acquistare in Veneto venne intestato a Persilla Maier che proprio per questo motivo è finita nell’elenco delle persone inquisite. L’inchiesta ha impegnato le forze dell’ordine per parecchi mesi. 

La Merkel in vista del voto del 22 settembre 2013 aumenta la spesa sociale

Giu. 25 2013

Tratto da "Il Sole 24 Ore" del 25 giugno 2013

Nettamente in vantaggio in tutti i sondaggi d'opinione, il cancelliere Angela Merkel ha lanciato ieri il suo programma elettorale per il voto del 22 settembre, ribadendo l'impegno a un bilancio in pareggio e alla riduzione del debito pubblico, ma al tempo stesso promettendo l'aumento della spesa sociale, rubando alcune idee dell'opposizione socialdemocratica.

Secondo stime della Deutsche Bank, le promesse di tagli alle tasse per la classe medie e gli aumenti di spesa pubblica ammontano a 21 miliardi di euro l'anno, cui vanno aggiunte le spese addizionali per l'istruzione e le infrastrutture (25 miliardi di euro concentrati soprattutto sulle autostrade). Complessivamente, si arriverebbe a 30 miliardi di euro l'anno. Il cancelliere, forse memore del forte calo di consensi subito nel 2005 subito prima del voto, quando annunciò un aumento dell'Iva, ha promesso che la spesa aggiuntiva verrà finanziata senza aumenti di imposte, grazie al buon andamento dell'economia.E ha ribadito la fedeltà al rigore di bilancio, sostenendo che i prossimi surplus nei conti pubblici (già quest'anno la Germania è arrivata al sostanziale pareggio) verranno usati per rimborsare il debito, «invertendo una tendenza quarantennale».

Promette aumenti degli assegni familiari, contributi alle madri per stare a casa dal lavoro (una misura favorita dai cristiano-sociali bavaresi), aumenti delle pensioni più basse, riduzione del fiscal drag per la classe media. In più, "ruba" alcune idee ai socialdemocratici, come l'introduzione del salario minimo, anche se demandata alla contrattazione fra imprese e sindacati, e il tetto agli aumenti degli affitti, misura molto popolare in Germania, dove meno del 40% delle famiglie ha un'abitazione di proprietà. 

Lotta all'evasione

Giu. 25 2013

Tratto da "Il Sole 24 Ore" del 25 giugno 2013

 Per il direttore delle Entrate le regole sui conti si potranno rivedere. 

Quelle sui conti correnti sono «misure straordinarie», dovute al fatto che «un'evasione pari al 21% del Pil contro il 13-14% della media europea è un'emergenza, e in questa guerra qualcosa va fatto»; sperando però, e qui sta il punto, che «si possa tornare presto a una normalità di gestione» nel rapporto tra Fisco e contribuenti.
A descrivere questo scenario è Attilio Befera, direttore dell'agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia.

«Se la lotta all'evasione fosse iniziata qualche decina di anni fa, non saremmo in questa situazione».
 Il Fisco deve gestire l'eredità pesante dei buchi della riscossione, rappresentata dai 527 miliardi di euro iscritti a ruolo negli anni scorsi ma mai incassati (si veda Il Sole 24 Ore del 5 giugno). Di queste cartelle, che risalgono fino al 2000, Befera ammette che «è incassabile solo una quota residuale».

Decontribuzione, tetto agli incentivi

Giu. 25 2013

Tratto da "Il Sole 24 Ore" del 24 giugno 2013

Decontribuzione per l'assunzione di giovani meridionali tra i 18 e i 29 anni, con un tetto all'incentivo che non può superare «l'importo di 650 euro per lavoratore»; e doppio intervento sui contratti a tempo determinato. 

Il premier ha confermato l'impegno di giungere rapidamente alla definizione del tema esodati; e dai primi di luglio, evidenziano i sindacati, «si avvierà un confronto con l'esecutivo sui temi dell'evasione fiscale e della redistribuzione del reddito a partire dal taglio della tassazione sul lavoro dipendente e sulle pensioni».

Incentivi per i giovani
Tornando agli incentivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato la bozza di provvedimento parla di «misura sperimentale», appannaggio delle regioni del Mezzogiorno, finanziata con 500 milioni di euro «a valere sulle risorse derivanti dalla riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013 e sulla rimodulazione del Piano di azione coesione (Pac), previo consenso della Commissione europea». Le risorse totali ammonteranno però a un miliardo: gli altri 500milioni euro andranno a Social card, tirocini al Sud e misure per chi si mette in proprio.
L'assunzione deve riguardare lavoratori d'età compresa tra i 18 e i 29 anni privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi o privi di un diploma di scuola media superiore o professionale. Le assunzioni devono comportare un incremento occupazionale netto e vanno effettuate non oltre il 30 giugno 2015. Per le assunzioni a tempo indeterminato l'incentivo è pari al 33% della retribuzione mensile lorda complessiva per un periodo di 18 mesi, ed è corrisposto unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili (del periodo di riferimento). Il valore mensile dell'incentivo non può comunque superare l'importo di 650 euro per lavoratore. In caso di trasformazioni con contratto a tempo indeterminato l'incentivo è previsto per un periodo di 12 mesi. L'Inps provvede al monitoraggio della spesa e in caso di risorse insufficiente «esaurisce le domande privilegiando quelle con data di assunzione più risalente».
Modifiche alla Fornero
Tra gli interventi a costo zero ci sono poi le modifiche alla legge 92, che riguardano non solo i contratti a tempo determinato (norme ad hoc sono previste per Expo 2015); e l'apprendistato (si punta a una formazione uniforme in tutte le regioni). Tra le ipotesi di intervento ci sarebbe anche una semplificazione dei contratti "a chiamata", con l'introduzione di un limite di carattere temporale pari a 350 giornate nell'arco di 3 anni; sui contratti di collaborazione a progetto (si allenterebbe la stretta sul progetto); e sul lavoro accessorio con l'acquisto solo telematico dei voucher.
Credito d'imposta
È allo studio anche l'estensione e l'uniformità della scadenza per tutti i datori di lavoro del credito d'imposta per nuovo lavoro stabile al Sud previsto dal decreto-legge n. 70 del 2011: si fisserebbe la possibilità di effettuare la compensazione entro il 15 maggio 2015. Nel pacchetto lavoro potrebbe poi entrare una norma che allunga il percorso di gestione degli esuberi nella Pa; mentre il Tesoro frenerebbe sulla possibilità di prevedere, in aggiunta, anche una stabilizzazione di una quota di precari sempre del pubblico impiego.

 

In Italia, un giovane su due è a tempo determinato

Giu. 24 2013

Tratto da "Il Sole 24 Ore" del 24 giugno 2013

Contratti a termine: Coinvolti 2,4 milioni di dipendenti.

In Europa dal 2008 è cresciuta la quota di «atipici» tra le figure di alto livello: da noi è successo l'esatto contrario.

Intervalli ridotti tra un contratto a termine e il successivo e meno vincoli sulla causale (la motivazione che giustifica il lavoro a tempo), seppure in via sperimentale fino al 2015. Sono queste le novità che dovrebbero toccare i dipendenti a termine, previste dal pacchetto lavoro allo studio del Governo.
Misure dirette a favorire la flessibilità in entrata e a rilanciare, così, l'occupazione giovanile. 

Il nostro paese ha raggiunto nel 2012 la "parità" con l'Europa, registrando il 14% degli addetti a termine, dato identico alla media Ue e in perfetta linea con Germania e Francia.
In valore assoluto, si tratta di un bacino di 2,4 milioni di dipendenti, che nella fascia under 25 supera il benchmark europeo: da noi oltre un giovane su due (53%) è a tempo determinato, rispetto al 42% del resto d'Europa.

Appena il 19% degli italiani ha in tasca la laurea, contro il 29% della Francia e il 45% della Gran Bretagna. Un segnale che ai titoli di studio più elevati corrisponde una maggiore stabilità dei contratti? «Non proprio – risponde Pasqualotto –: i risultati riflettono invece la minore presenza di graduati nel nostro paese rispetto agli altri Stati europei, visto che analizzando solo i titoli di studio emerge che è a termine il 17% dei laureati dipendenti, contro il 15% dei diplomati, quindi il vantaggio per i primi nella corsa al posto fisso sembra essere inesistente».


 

 

Vertice di Bruxelles - Più risorse e strumenti per assumere i giovani

Giu. 24 2013

Tratto da "Il Sole 24Ore" del 24 giugno 2013

 Nella dichiarazione finale il Governo chiederà di sottolineare l'impegno chiaro e condiviso per risolvere l'emergenza.

.......in prima linea per cercare rimedi condivisi contro la piaga della disoccupazione, che affligge 26,5 milioni di persone nei Ventisette, di cui oltre 5 milioni hanno meno di 25 anni, ma anche per ridare ossigeno alle Pmi, volàno per la ripresa. 

Il ventaglio di opportunità riguarderà il tesoretto della Youth Guarantee e le risorse strutturali per il 2014-2020, nuove formule di apprendistato su modello tedesco (European Alliance for Apprenticeship) misure per favorire la circolazione dei lavoratori, fino al miraggio della riduzione del cuneo fiscale. 
La Commissione Ue e la Bei portano in dote una strategia per contrastare il credit cruch. Bruxelles è pronta a mettere sul piatto 10 miliardi di fondi strutturali del pacchetto 2014-2020 e 420 milioni provenienti dal bilancio dei fondi per la competitività e l'innovazione Cosme e Horizon 2020.

Fondi Ue per le imprese, ma anche per interventi diretti a sostegno dell'occupazione. Dopo l'accordo raggiunto la settimana scorsa tra Europarlamento, Consiglio e Commissione Ue, saranno disponibili già per il 2014-2015 i 6 miliardi della "garanzia per i giovani" (per l'Italia tra 400 e 600 milioni). Potenzialmente la dote è ben più ampia se si pensa ai circa 80 miliardi destinati al Fondo sociale europeo per l'intera Ue per i prossimi sette anni (e circa 9 miliardi per il nostro Paese), anche se le cifre sono ancora oggetto di limature. Il governo italiano punta a sottolineare nella dichiarazione finale del vertice l'impegno forte e condiviso nella lotta alla disoccupazione e cercherà di porre l'accento sulle misure concrete. 

 

 

Il mandato d'arresto europeo va convalidato entro 48 ore

Giu. 22 2013

Tratto da "Il Sole 24Ore" del 22 giugno 2013

MILANO
Il mandato d'arresto europeo va convalidato entro 48 ore. Lo sottolinea la Corte di cassazione con la sentenza n. 27357 della sesta sezione penale depositata ieri. La Cassazione ha così accolto il ricorso presentato dalla difesa di un indagato, cittadino straniero, contro il provvedimento del presidente della Corte d'appello che aveva convalidato l'arresto dell'uomo segnalato nel sistema di informazione Schengen (Sis). Nei suoi confronti era stato infatti emesso dall'autorità giudiziaria greca un mandato d'arresto per il reato di concorso in rapina. La difesa sosteneva che l'audizione e la convalida erano arrivati solo dopo che erano già trascorse più di 48 ore dall'arresto eseguito dalla polizia giudiziaria. Di conseguenza il provvedimento doveva essere considerato come ormai inefficace.

 

LA SENTENZA
La giurisprudenza di questa Corte è ormai consolidata nel ritenere che il decorso del termine di 48 ore dalla ricezione del verbale di arresto eseguito dalla polizia giudiziaria, benché sia previsto solo ai fini dell'audizione dell'arrestato, deve ritenersi riferito anche alla decisione sulla convalida (...). Deve ritenersi infatti che, sebbene il termine considerato dall'articolo 13 comma 1 della legge citata faccia riferimento solo all'audizione dell'arrestato, ad esso appare certamente collegata anche la decisione sulla convalida di cui al medesimo articolo 13 comma 2 perché non avrebbe senso stabilire un termine stringente per la sola audizione e rendere indefinito il termine per la convalida.
Cassazione penale, sentenza n. 27357/13

 

Caccia aperta a 11 miliardi per IVA, IMU, Tares e Ticket

Giu. 22 2013

Tratto da "Il Sole 24Ore" del 22 giugno 2013

"L'analisi di Marco Rogari"

La corta "coperta delle coperture". È quella con cui sono alle prese il ministero dell'Economia e tutto il Governo per dare una soluzione ai quattro dossier strategici che sono sul tavolo di Palazzo Chigi fin dal momento dell'insediamento dell'esecutivo: Iva, Imu, Tares e l'aumento dei ticket sanitari in calendario a inizio 2014. Quattro nodi su cui si sta giocando una partita da 11 miliardi nel caso in cui venissero soddisfatte tutte le richieste della maggioranza. Che potrebbero scendere a 7-8 miliardi nell'eventualità di interventi selettivi. Il tutto senza considerare i fondi necessari per alimentare il pacchetto occupazione che sarà varato mercoledì dal Consiglio dei ministri e quelli da destinare in autunno all'ulteriore rifinanziamento degli ammortizzatori sociali.
Una sorta di caccia aperta, dunque, a risorse da trovare nelle pieghe del bilancio e da pescare dal cosiddetto "tesoretto spread" che, con l'uscita dalla procedura Ue per deficit eccessivo, potrebbe essere disponibile a fine anno grazie alla minor spesa per interessi sostenuta rispetto alle previsioni dei mesi scorsi. Il primo scoglio è quello dell'Iva su cui il governo si dovrà pronunciare definitivamente mercoledì. Due le ipotesi sul tavolo: rinvio di 3 mesi o di 6 mesi, accompagnato da un intervento strutturale da adottare in autunno con la legge di stabilità, come chiedono a gran voce Pdl e Pd; nessuno stop all'aumento previsto per il prossimo 1° luglio come non sembra ancora escludere del tutto il ministro Fabrizio Saccomanni proprio a causa della corta "coperta delle coperture". L'eventuale rinvio dell'aumento Iva di 3 mesi (al 1° ottobre) costerebbe 1 miliardo mentre con uno slittamento di sei mesi (al 1° gennaio 2014) si salirebbe a 2 miliardi. In ogni caso su base annua l'intervento strutturale per bloccare in via permanente il ritocco dell'Iva vale 4 miliardi. Altri 4, sempre su base annua, ne servirebbero per l'abolizione dell'Imu sulla prima abitazione. Ma si potrebbe scendere a 1,5-2 miliardi in caso di intervento selettivo, ovvero privilegiando le fasce più basse. Occorrerebbe poi aggiungere il miliardo necessario per bloccare la Tares, che però potrebbe essere riassorbito dalla riforma dell'Imu.
Ai 9 miliardi in via strutturale da reperire per affrontare i capitoli Iva, Imu e Tares si aggiungono gli altri 2 miliardi dell'aumento dei ticket sanitari in calendario il 1° gennaio 2014. 
 

Il Governo ha trovato i soldi per pagare la cassa integrazione

Giu. 22 2013

Tratto da "Il Sole 24Ore" del 22 giugno 2013

 

«Il Governo ha trovato i soldi per pagare la cassa integrazione fino alla fine dell'anno - ha detto -. Per il 2014 speriamo che la ripresa dell'attività economica riduca il conto». 

L'Italia secondo Saccomanni deve concentrarsi sui fondi comunitari già disponibili: «siamo indietro nell'uso di quelli computati e autorizzati e a breve scade il periodo della programmazione».

Il centro destra

Mag. 19 2013

Troppo facile chiedere agli avversari che ha sempre osteggiato in maniera a dir poco riprovevole e con immeritevoli saccenza e presunzione, di andarsene tout court. Troppo facile farlo soprattutto quando si ha la consapevolezza di aver perso tutto. Troppo facile farlo quando

Serve un partito territoriale

Mag. 16 2013

Riportiamo dal Quotidiano Alto Adige GIOVEDÌ, 16 MAGGIO 2013

 

 
 
 

Destra in frantumi, Vezzali cerca alleati (non è proprio così….)

 

Il presidente del Consiglio provinciale: serve un partito territoriale, con Urzì Tra i nuovi ingressi, oltre a Tagnin, ci sono anche Angeli e Fracchetti

 

Si è aperta la diga del Pdl. L’uscita di Maurizio Vezzali, dopo la spaccatura con Michaela Biancofiore, ha provocato una reazione superiore a ogni attesa. «Al di sopra delle mie forze, temo», ammette il consigliere provinciale. Vezzali sta catalizzando attorno a sé un movimento di persone inaspettato, tanto che potrebbe spuntare da queste parti una delle sorprese delle provinciali 2013. Vezzali ha deciso di uscire dal Pdl, ma restare in politica e lavorare a una civica o a un progetto di unità del centrodestra. «C’è molta voglia di un partito territoriale», spiega. Clamorosa l’alleanza che si è subito ricostruita con Mario Tagnin, altro fedelissimo di Michaela Biancofiore, che martedì sera ha partecipato alla prima improvvisata riunione del nuovo gruppo. Anche Tagnin, fresco della candidatura nel collegio senatoriale di Bolzano sotto il simbolo berlusconiano, chiude senza rimpianti con il Pdl. In consiglio comunale aderirà al gruppo misto. Con loro ci sono anche, tra gli altri, Roberto Fracchetti e Stefano Angeli. Ieri sera Vezzali era ad Appiano, oggi ci sarà l’incontro con i consiglieri comunali ex Pdl di Merano. Intanto il Pdl sparisce dal consiglio provinciale. Vezzali, rimasto l’ultimo a presidiare il simbolo, nelle prossime ore depositerà il nuovo nome. Rispetto alla pattuglia iniziale del Pdl, Alessandro Urzì è diventato Alto Adige nel cuore e Mauro Minniti «La Destra». Il fronte del centrodestra in Provincia comprende infine Unitalia e la leghista Elena Artioli, ora «Team Artioli». In consiglio comunale c’è il gruppo Holzmann di Fratelli d’Italia. E tuttavia l’ennesima spaccatura questa volta sembra provocare un effetto aggregante. Oltre ai Pdl in fuga e agli ex Pdl che si stanno facendo vivi, Vezzali ha iniziato a parlare con Alessandro Urzì e, annuncia, «lo farò anche con Donato Seppi di Unitalia». Aggiunge Alessandro Urzì. «Anche in Fratelli d’Italia ci sono persone in gamba, che possono trovare spazio in una grande aggregazione di centrodestra». Ce la faranno o avranno la meglio protagonismi e ambizioni personali di rielezione? «Intanto ci proviamo», risponde Vezzali. Nella Svp alzano le antenne e osservano con interesse. Qualche battuta incoraggiante è già arrivata. Tutto è nato dallo strappo dalla figura totalizzante di Michaela Biancofiore, che con Vezzali e Tagnin ha perso due dei collaboratori più stretti. Resta nel Pdl il capogruppo comunale Enrico Lillo, che augura buon viaggio agli ex colleghi Vezzali e Tagnin: «Sono molto dispiaciuto per questa rottura e ritengo un mio fallimento non essere riuscito a trovare una mediazione tra loro e Michaela Biancofiore. Alle argomentazioni di Maurizio e Mario rispondo che nessuno, né il Pdl di Roma né Michaela Biancofiore, mi hanno impedito di fare politica e di occuparmi dei problemi locali». La parola ai protagonisti. Mario Tagnin da oltre un anno aveva raffreddato i rapporti con il Pdl. La candidatura al Senato, racconta, è stato l’ultimo tentativo «per vedere se era possibile fare politica in modo diverso». Poi è arrivata la famosa circolare con cui Michaela Biancofiore annunciava che le candidature alle provinciali sarebbero state decise con una scala di valutazione che comprende l’impegno nel partito, il numero di comunicati stampa firmati, il versamento di parte delle indennità per il finanziamento al partito. Tagnin ha deciso di chiudere con il Pdl e seguire Vezzali: «Con me i diktat non funzionano. Faccio politica con passione. Se devo sottopormi agli esamini per essere candidato, dico arrivederci e grazie. Vedremo se il fermento di queste ore produrrà un progetto positivo: vogliamo lavorare sulle cose, mentre nel Pdl ormai era passata l’idea che dovevi essere ubbidiente e non era ammessa alcuna forma di dissenso, anche la più pacata. Una volta tanto sarebbe bello riuscire a costruire qualcosa, invece di suddividere l’atomo. Ben venga quindi la discussione con Alto Adige nel cuore e , perché no, anche con chi ci vorrà stare di Fratelli d’Italia. Il fermento attorno a Vezzali racconta una cosa: le persone hanno voglia di tornare a una politica concreta. Un po’ di tranquillità? Sì grazie». Alto Adige nel cuore, rivendica Alessandro Urzì, «è stato il primo progetto di forza territoriale del centrodestra, nato con l’obiettivo di costruire una aggregazione capace di prendere in mano il destino della nostra comunità. Con Maurizio Vezzali abbiamo iniziato a confrontarci. Da parte mia c’è la massima disponibilità. Certo, siamo affezionali al nostro simbolo, che è un valore aggiunto e faremmo fatica a rinunciarvi. Ma siamo solo all’inizio». Una cosa è certa. Da queste parti si pensa alla prossima giunta provinciale. Ancora Urzì: «Siamo alternativi a un centrosinistra che intende l’autonomia come cosa propria e occupazione dei posti»

Delegazione parlamentare delle Isole Åland

Mag. 08 2013

Il Presidente del Consiglio Provinciale Maurizio Vezzali incontra la delegazione parlamentare delle Isole Åland presso il Consiglio Provinciale di Bolzano.