In Italia, un giovane su due è a tempo determinato

Giu. 24 2013

Tratto da "Il Sole 24 Ore" del 24 giugno 2013

Contratti a termine: Coinvolti 2,4 milioni di dipendenti.

In Europa dal 2008 è cresciuta la quota di «atipici» tra le figure di alto livello: da noi è successo l'esatto contrario.

Intervalli ridotti tra un contratto a termine e il successivo e meno vincoli sulla causale (la motivazione che giustifica il lavoro a tempo), seppure in via sperimentale fino al 2015. Sono queste le novità che dovrebbero toccare i dipendenti a termine, previste dal pacchetto lavoro allo studio del Governo.
Misure dirette a favorire la flessibilità in entrata e a rilanciare, così, l'occupazione giovanile. 

Il nostro paese ha raggiunto nel 2012 la "parità" con l'Europa, registrando il 14% degli addetti a termine, dato identico alla media Ue e in perfetta linea con Germania e Francia.
In valore assoluto, si tratta di un bacino di 2,4 milioni di dipendenti, che nella fascia under 25 supera il benchmark europeo: da noi oltre un giovane su due (53%) è a tempo determinato, rispetto al 42% del resto d'Europa.

Appena il 19% degli italiani ha in tasca la laurea, contro il 29% della Francia e il 45% della Gran Bretagna. Un segnale che ai titoli di studio più elevati corrisponde una maggiore stabilità dei contratti? «Non proprio – risponde Pasqualotto –: i risultati riflettono invece la minore presenza di graduati nel nostro paese rispetto agli altri Stati europei, visto che analizzando solo i titoli di studio emerge che è a termine il 17% dei laureati dipendenti, contro il 15% dei diplomati, quindi il vantaggio per i primi nella corsa al posto fisso sembra essere inesistente».