Comprano casa coi soldi dei furti - a processo 7 nomadi

Giu. 27 2013

Tratto da quotidiano Alto Adige del 27 giugno 2013

A processo un gruppo di sette nomadi. La Procura contesta 21 colpi in tutta la provincia.

Sono accusati di furti e rapine in serie in abitazioni private ed in alcuni hotel dell’ Alto Adige. Sette nomadi sono da ieri sotto processo, in sede preliminare, con l’accusa di associazione a delinquere. Secondo l’accusa avrebbero agito sotto il controllo di un’unica organizzazione anche perchè tutti appartenenti ad un unico nucleo famigliare. Secondo la Procura della Repubblica i capi dell’organizzazione sarebbero stati Romeo Maier e Anna Teresa Hudorovic che - si legge nel capo d’imputazione - avrebbero coordinato l’attività del gruppo, conferendo disposizioni agli associati per la parte logistica come l’approvvigionamento di carburante per i veicoli e la gestione dei materiali di illecita provenienza. L’elenco delle persone inquisite comprende sette nomi: Romeo Maier di 45 anni, Anna Maria Hudorovic di 42 anni, Rian Maier di 22 anni, Loredana Maier di 45 anni, Samanta Levacovich di 34 anni, Paola Held di 20 anni e Persilla Maier di 34 anni. Sono quasi tutti segnalati come accampati in Alto Adige (in particolare nella zona di Bressanone) e a Trento (in zona Ravina). Gli episodi indicati nel capo d’imputazione sono ben 21 tra cui diversi colpi messi a segno in Alto Adige ed in particolare in alberghi ad Obereggen, Naz Sciaves, Marlengo e Sesto Pusteria oltre in un un appartamento privato ad Appiano e a Riscone di Brunico. Secondo l’accusa il gruppo sarebbe riuscito, con il provento dei colpi ladreschi, ad acquistare un appartamento nei pressi di Castelfranco Veneto pagato 210 mila euro. Altri soldi furono impiegati anche per l’acquisto di un camper Fiat Laika poi utilizzato come base operativa per commettere diversi furti. Uno dei colpi più fruttuosi della banda venne messo a segno in un appartamento di Riscone di Brunico ove vennero sottratti braccialetti e anelli d’oro per un valore complessivo di 10 mila euro. Nel capo d’imputazione si evidenzia anche il fatto che il gruppo, per operare ed evitare possibili intercettazioni telefoniche, aveva attivato una serie di utenze telefoniche cellulare a cittadini stranieri, per lo più cinesi, del tutto ignari dell’iniziativa. Le indagini effettuate dalle forze dell’ordine hanno permesso di ricostruire nel dettaglio diversi colpi inseriti nel capo d’imputazione. L’appartamento che il gruppo è riuscito ad acquistare in Veneto venne intestato a Persilla Maier che proprio per questo motivo è finita nell’elenco delle persone inquisite. L’inchiesta ha impegnato le forze dell’ordine per parecchi mesi.