Reddito Minimo Garantito e Reddito di Cittadinanza.

Nov. 12 2013

di Barbara Pegoraro

Dove li prendiamo i soldini?

 

Proprio a tutti? Di che cosa si parla? Dai 2 mld di spesa preventivata ora si passa ai 20 mld?

Dubito si riescano a trovare le coperture.

Vi spiego la differenza.

 

Le due espressioni “reddito minimo garantito” e “reddito di cittadinanza” vengono usate come sinonimi, ma la differenza è sostanziale. “Il reddito di cittadinanza è una forma universalistica di sostegno del reddito garantita dallo Stato a qualunque cittadino maggiorenne, sia che lavori o che non lavori, sia che in passato abbia lavorato sia che non lo abbia mai fatto, che, quindi, viene assicurata vita natural durante ad ogni individuo a prescindere dalla sua disponibilità a lavorare”.

 

Cosa diversa è il reddito minimo garantito (RMG), cui ha diritto “chi ha lavorato ed ha perso il lavoro, e che è agganciato agli ammortizzatori sociali”. Non solo: il Rmg

è limitato nel tempo e condizionato alla disponibilità del beneficiario di accettare un’offerta di lavoro o a partecipare a programmi di formazione finalizzati al suo reinserimento nel mercato.

 

Il reddito minimo garantito” e “reddito di cittadinanza“, strumenti di Welfare che nel resto del Continente consentono a chi boccheggia al di sotto della soglia di povertà di superarla e vivere una vita dignitosa

 

In Provincia di Bolzano c’è il Reddito minimo d’inserimento (RMI), anch’esso legato all’accettazione di un’offerta di lavoro ed alla partecipazione di corsi di formazione (sembrerebbe che la Provincia di Bolzano abbia terminato i soldini per i corsi e non solo).

 

Per l’anno 2012 la Provincia di Bolzano ha erogato per RMI, contributo sulla locazione e spese accessorie ed altri contributi una cifra superiore a 30 mln di euro (circa 60 mld di vecchie Lire).

 

Nelle varie proposte pendenti in Parlamento invece, in primis il Pd parlava di 2 mld con l’istituzione di un fondo cofinanziato al 50% dallo Stato e al 50% dalle Regioni.

 

Sel invece parlava di 10 – 12 mld e molto dipenderà da come verranno riformati gli ammortizzatori sociali”. Le coperture? Anche qui nebbia fitta. Nella mozione bocciata dal Senato, il M5S parlava genericamente di “reperire le risorse necessarie anche attraverso la lotta all’evasione fiscale e l’incremento delle imposte sul gioco d’azzardo nonché attraverso la redistribuzione delle ‘pensioni d’oro‘”, tagli alla difesa ma risorse anche dall’IMU sugli immobili che fanno capo alla Chiesa; sembra che nessuno gli abbia detto che le pensioni d'oro non si possono toccare, come sancisce una recente pronuncia della Corte Costituzionale.

 

Anche il Pd proponeva di tassare il gioco d’azzardo, mentre per Sel “serve una riforma della fiscalità generale e si può fare ricorso al taglio delle grandi opere, delle spese militari e dei costi della politica“. 

 

Il 4 novembre 2013 il M5S prevede un costo di 20 mld. Si parlassero un po' con il PD, visto che sempre di denari di tutti noi si tratta.

 

Proposte del PD, SEL e M5S.

 

LA PROPOSTA DEL PD. E’ stata la prima ad arrivare alla Camera il 10 aprile, si intitola “Istituzione del reddito minimo di cittadinanza”, ma di reddito di cittadinanza non tratta. Il testo prevede, infatti, che ad usufruirne sarebbero “i disoccupati, inoccupati, lavoratori precariamente occupati, privi di lavoro” che dichiarino “la disponibilità al lavoro e alla frequenza di corsi di formazione o di riqualificazione”. Il contributo è di 500 euro mensili ed “è incrementato di 1/3 per ogni componente del nucleo familiare a carico del beneficiario”. Il candidato dovrà avere più di 18 anni, un Isee non superiore ai 6.880 euro annui e possedere soltanto la prima casa. Ne avranno diritto anche gli stranieri “regolarmente soggiornanti in Italia da almeno 3 anni”. L’erogazione del reddito, che ha durata di un anno rinnovabile per un ulteriore anno, verrà sospesa “nel caso in cui il beneficiario venga assunto con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato” o anche “determinato”. “E dal 2° anno, il contributo può essere trasformato in dote salariale per l’azienda che assume”. Per essere precisi quindi, si dovrebbe definire come reddito di inserimento o formule similare che mettano in luce l'aspetto di sostegno al lavoro e alla sua ricerca.

 

LA PROPOSTA DI SEL.600 euro al mese per chi ha un reddito annuale sotto gli ottomila euro, risiede da almeno ventiquattro mesi in Italia ed è iscritto ad un centro per l’impiego. La proposta di legge presentata il 15 aprile alla Camera dal partito guidato da Nichi Vendola, con l’appoggio di alcuni colleghi di Pd e M5S, grazie alla campagna Reddito Minimo Garantito ha raccolto di 50mila firme. ”Il beneficio è di 7.200 euro annui, pari a 600 euro mensili” a favore di “tutti gli individui (inoccupati, disoccupati, precari)” che abbiano un “reddito personale imponibile non superiore ad ottomila euro”. Devono essere “residenti in Italia da almeno 24 mesi e iscritti nelle liste di collocamento dei Centri per l’impiego”. “Il sussidio, che scade ogni anno e può essere rinnovato, andrebbe poi ricalcolato in base al numero di familiari a carico, se un singolo ha diritto a 600 euro, una famiglia di 2 persone arriva a 1.000 euro, una di 3 a 1.330. Dicono, una riforma complessiva del Welfare e fondamentale sarà far funzionare i centri per l’impiego, gli ex uffici di collocamento, che dovranno tornare a trovare lavoro ai disoccupati”. Perde, infatti, il diritto al contributo chi viene assunto con contratto “a tempo indeterminato”, “svolga un’attività lavorativa autonoma” o “rifiuti una proposta di lavoro adatta alle sue competenze”.

 

LA PROPOSTA M5S. Simile a quella di Sel è l’idea del M5S. I grillini avevano presentato in Senato unamozione in cui si parlava di un “reddito minimo di cittadinanza”, ma nei fatti la loro è una proposta di reddito minimo garantito. Il 26 giugno l’aula l’ha bocciata con 181 voti (Pd, Pdl e Scelta Civica) contro  i 50 di M5S e Sel. Se Grillo nei suoi comizi parla di un sostegno di 1.000 euro per tutti i cittadini che non hanno lavoro, nella mozione la cifra non è specificata. Poi il 19 settembre il Movimento 5 Stelle ha annunciato una nuova proposta di legge sul reddito di cittadinanza. “Il cittadino – spiega la senatrice Nunzia Catalfo, membro del gruppo di lavoro – avrà diritto al sostegno ogni volta che si troverà senza lavoro”, ma potrà richiederlo chiunque “abbia un’occupazione ma non riesce a superare la soglia di povertà”. Anche per i grillini tutto parte dalla riforma dei centri per l’impiego: “Faranno fino a tre offerte di lavoro, il cittadino potrà scegliere quella che più si adatta al suo curriculum: se alla terza rifiuterà, perderà il reddito”. 

 

Il progetto corre il rischio di essere accantonato alla prima votazione, dimenticato insieme alle altre centinaia di leggi studiate dal Movimento e che non trovano i voti necessari per essere discusse. “I soldi ci sono”, assicura il senatore a 5 Stelle Alberto Airola, “Non ci vengano a dire che non si può realizzare perché 20 miliardi li possiamo ricavare senza problemi. Noi, a differenza degli altri partiti, siamo preoccupati per la situazione sociale italiana. Se ci dicono dove sono questi miliardi.... Io credo sempre dalle solite ...tasche

 

Se Grillo in campagna elettorale parlava di un sostegno di 1.000 euro per i disoccupati, ora le cifre cambiano. In base alla proposta, avranno diritto al reddito tutti i cittadini residenti in Italia. Potrà beneficiarne chiunque abbia perso il lavoro e chi, pur lavorando, non riesca a superare la soglia di povertà: nel primo caso verrà erogato il contributo massimo di 600 euro; nel secondo caso lo Stato provvederà ad integrare il reddito fino a quota 600.

 

Beneficiari e requisiti soggettivi e oggettivi per l’accesso al reddito di cittadinanza:

 

1. Hanno diritto a richiedere e percepire il reddito di cittadinanza tutti i soggetti che alla data di entrata in vigore della presente legge hanno compiuto i diciotto anni di età, sono residenti sul territorio nazionale, percepiscono un reddito netto annuo inferiore ad euro 7200 netti ovvero appartengono ad un nucleo familiare il cui reddito è inferiore ai valori indicati nella tabella di cui all’allegato 1 della presente legge e che sono compresi in una delle seguenti categorie:

 

a) soggetti in possesso di cittadinanza italiana;

 

b) soggetti aventi cittadinanza estera, residenti da almeno due anni in territorio italiano, che dimostrano di aver lavorato in Italia nell'ultimo biennio per un numero di ore pari o superiore a 1000 ovvero essere stati titolari di un reddito netto pari o superiore a 6000 euro complessivi percepiti nei due anni precedenti.

 

L’importo sarà calcolato sulla base del nucleo familiare, ma l’aiuto verrà erogato ad ogni membro. Esempio: una famiglia è composta da due persone, una percepisce un reddito di 400 euro al mese e l’altra non ha entrate. Il primo componente riceverà 200 euro (per arrivare a quota 600), il secondo riceverà il contributo pieno e per ogni figlio a carico aumenterà l’importo del sostegno. Che andrà ad integrare anche le pensioni minime.

 

conclusioni:

 

1. la crisi economica ha ulteriormente incrementato la disoccupazione, diminuito le entrate fiscali ed aumentato il numero di persone che hanno bisogno di prestazioni andando a minacciare la sostenibilità dei nostri sistemi di protezione sociale che potrebbe implodere; quindi, per quanto tempo riusciremo ad alimentare il fondo?

 

2. I requisiti richiesti per l’accesso al reddito di cittadinanza più specificatamente “ residenza di  24 o 36 mesi”, potrebbero tradursi in un vero e proprio richiamo, dall'estero, per i più furbi e meglio informati, a scapito di chi ne ha davvero bisogno e se in Provincia di Bolzano, come già constatato, mancano adeguati controlli, figuriamoci poi cosa accadrà sul territorio nazionale.