Non siamo tutti uguali

Feb. 05 2014

È ormai una costante, quella della nomina di Bressa nella più importante commissione che ci sia a livello romano. La commissione dei  sei, e per quanto di interesse anche quella dei 12, è quella che ho sempre definito come ESPROPRIATIVA della funzione legislativa nazionale. Infatti, questa commissione ideata per regolamentare l'attuazione dello statuto nei primi due anni di vita dello stesso, è divenuta di fatto un vero e proprio organo legislativo  che emana norme di rango costituzionale. Senza passare dal vaglio delle due camere, e quindi del dibattito tra le forze politiche nell'unica sede dove questo dovrebbe svolgersi (il parlamento, appunto).Ma oltre all'esproprio della funzione legislativa del Parlamento, anche la prassi osservata dai vari Governi dell'italietta diverge dalla funzione "cuscinetto" che originariamente lo Statuto assegnava a questo organismo, peraltro imponendo un termine alla sua esistenza. Il meccanismo teorico prevede che

il governo predisponga delle norme di attuazione che vanno sottoposte all'esame della commissione per un parere meramente consultivo. La differenza tra il meccanismo teorico e quello reale  vede invece l'iniziativa della predisposizione della norma da parte della commissione che il governo si limita poi a ratificare.

Altra divergenza rispetto al modello previsto da coloro che hanno pensato lo statuto è proprio sulla durata della commissione. Si diceva che le norme di attuazione dello statuto stesso si dovessero esaurire nel biennio successivo dalla sua entrata in vigore. La ragione della temporaneitá era dovuta proprio al carattere eccezionale del potere assegnato al Governo di emanare norme di rango costituzionale senza investirne il potere legislativo, unico legittimato a ciò dalla Costituzione. Di fatto invece, la commissione è divenuta permanente, tanto che nei rapporti tra Roma e Provincia, a differenza che per tutte le altre regioni che "subiscono" i diktat del potere centrale, si parla di  regime  pattizio, come se si trattasse di due stati  su di un piano di reciproca parità  dei loro rapporti. Si tratta in sostanza di una delega a tempo indeterminato al Governo. Una delega in bianco.

È evidente quindi come la presidenza di si tale importante commissione venga conferita, su suggerimento SVP, a persona alla stessa gradita. Il fatto che tale persona non viva in provincia di Bolzano, la dice lunga. Non si pone particolari problemi, anzi, le problematiche del cittadino altoatesino nemmeno le conosce, non le vive sulla sua pelle Ha un bel dire Bressa di avere la residenza in provinciadi Bolzano. Non ci vive. Insomma, uno strumento pensato come temporaneo e di natura eccezionale, diviene l'ordinario e permanente grimaldello per superare ogni ostacolo che la legge invece impone a chiunque nel paese. Come dire, in ossequio al principio della tutela delle minoranze linguistiche, per rendere la minoranza pari agli altri cittadini di questo bel paese, li si deve rendere più uguali degli altri. E se c'è qualcun altro che per effetto di questo incantevole sistema diviene un po' meno uguale degli altri.....a Roma non interessa, ovviamente.