volta a incentivare maggiori controlli sull'assegnazione e il godimento di determinati contributi: essa impegnava quindi la Giunta (1) a prevedere che, a fronte della prestazionedi assistenza economica "Locazione e spese accessorie", il beneficiario sia tenuto a dare dimostrazione mensile dell'avvenuta corresponsione al locatore del relativo canone; (2) a rendere concreto ed effettivo il legame tra il mantenimento dell'erogazione del reddito minimo di inserimento e il corrispondente teorico obbligo di accettare il lavoro/corso di formazione proposto, mediante la creazione di concrete sinergie - in ordine alle motivazioni della eventuale mancata assunzione - tra la mediazione lavoro e le aziende da una parte e mediante la reale attivazione di corsi di formazione; (3) ad approfondire e prevedere se del caso la possibilità che i beneficiari delle erogazioni siano tenuti a svolgere, in mancanza di reperimento di occupazione, lavori di pubblica utilità o socialmente utili in favore di enti o istituzioni pubbliche; (4) a estendere i compiti dell'agenzia di vigilanza prevista dalla lp 13/98 assegnandole compiti di vigilanza sul rispetto delle delle provvidenze comunque erogate dalla Provincia, spostandone l'insediamento presso i servizi centrali, mediante apposita modifica normativa. Secondo Vezzali tra gli Uffici del lavoro e le aziende ci vorrebbe una sorta di "sinergia di ritorno", anche per sollecitare la responsabilità di chi riceve certi sussidi. A volte, ha evidenziato il consigliere, il reddito minimo di inserimento ha una funzione diseducativa, e anche la UE sostiene che il sistema di protezione sociale deve avere un equilibrio e prevedere una strategia d'uscita, altrimenti non è sostenibile.
Dalla mozione emerge che per reddito minimo di inserimento si spendono sui 40 milioni, è chiaro che esiste chi approfitta del sistema, ma non esiste alcun tipo di controllo, se non sui locali. La Giunta deve guardare la realtà, per respingere chi si vuole approfittare del sistema. Lei stessa é stata contattata da alcuni inquilini che lamentavano la presenza di un'intero gruppo di extracomunitari in una soffitta di un condominio IPES. AnchePius Leitner (F) ha sostenuto la mozione, perché se si danno certi aiuti bisogna anche controllare che vengano utilizzati in modo corretto: lui conosce una persona extracomunitaria che riceve dalla Provincia bel 18.000 € l'anno, e ciononostante non paga l'affitto al proprietario. Eva Klotz (SüdTiroler Freiheit) ha lodato la completezza della mozione di Vezzali, e chiesto di verificare se il sistema introdotto in Germania ha permesso di evitare abusi. Importante sarebbe anche imporre a chi riceve il reddito minimo di accettare i posti di lavori offerti, e bisognerebbe investire più mezzi per rendere i controlli più efficaci, anche a fronte di esempi con tanto di nomi: le persone devono capire che truffare non premia. Klotz ha apprezzato anche la richiesta relativa all'Agenzia di vigilanza. Donato Seppi (Unitalia) ha parlato di "assoluta mancanza di controlli" verso chi prende dei contributi e magari non li usa per quello per cui li ha ricevuti, il che comporta una corresponsabilità dell'ente pubblico. Non serve un'agenzia di controllo, perché basta l'obbligo di portare agli uffici le ricevute bancarie del pagamento dell'affitto, ha aggiunto Seppi, lamentando che le proprietà degli extracomunitari nel paese d'origine non vengano mai controllate, al contrario di quelle che un locale ha magari ereditato dal nonno a Palermo.
Anche l'ass. Richard Theiner si é complimentato con vezzali per aver prodotto una mozione molto articolata, di cui però non poteva condividere la parte dispositiva, in primis perché non é vero che non ci sono controlli, anzi, e se al distretto sociale si comunica che non viene pagato l'affitto, il contributo viene ritirato. Si potrebbe prevedere di pagare il contributo a chi affitta, invece che all'affittuario. In quanto al reddito minimo di inserimento, è già previsto che a chiunque non fa nulla per cercare di mantenere se stesso e la propria famiglia venga ridotto o cancellato il contributo, così come é prevista anche la cancellazione dalle liste di collocamento. Allo stesso modo, é giá prevista la partecipazione ad attività socialmente utile per chi non trova lavoro, e la perdita del contributo per chi non la accetta, e in questo senso é esemplare il distretto dell'Oltradige. C'é quindi la volontà di evitare abusi. In quanto all'agenzia di vigilanza esistente, attribuirle tutti i compiti di controllo non é sensato. Vezzali ha replicato che trasmettere il contributo al locatore potrebbe creare una distorsione nel mercato dell'affitto, con conseguente aumento, e sostenuto che se i criteri sono formalmente previsti, la loro pratica applicazione spesso non avviene perché gli uffici sono oberati di lavoro. In particolare, è necessario verificare l'effettiva disponibilità dei corsi di formazione: in sostanza, bisogna verificare il sistema. La mozione è quindi stata immotivatamente respinta con 13 sì, 16 no e 2 astensioni