grossa fetta di popolazione presente sul territorio».
Per Vezzali si tratta di «metodi fascisti». E per fortuna «che quando parli di tutela di minoranze, gli italiani vengono sempre apostrofati come fascisti».
Queste derive «sono sintomo di un sempre maggiore malessere verso "gli altri". Di questo passo, vedi legge toponomastica, ancora sub iudice alla Corte Costituzionale, etichette monolingui e chissà cosa si inventerà lo scienziato di turno, arriveremo al punto che ci impediranno di usare la nostra lingua. E magari ci cambieranno anche i cognomi. Si sono completamente dimenticati il messaggio cristiano del "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te"».
Gli fa eco il consigliere di Unitalia Donato Seppi: «Se il presidente della Camera di Commercio ritiene, con la incredibile ragione di venire incontro alle ditte produttrici locali, di assumersi la responsabilità politica e amministrativa di concedere le scritturazioni previste dalla legge sui prodotti in una sola lingua, guarda caso quella tedesca, significa, semplicemente, che non ha alcun rispetto per i consumatori italiani, non ha intenzione di vedere applicata la norma statutaria del bilinguismo assolutamente inviolabile, non intende rappresentare le aziende produttrici locali con titolari italiani, i quali avrebbero la stessa ragione di esprimere le scritte solo in italiano». Pure «sforzandomi di interpretare, a campagna elettorale già evidentemente iniziata, che certe affermazioni sarebbero certamente in linea con le idee sempre manifestate dalla Klotz, non mi appare una proposta coerente con i compiti istituzionali del massimo rappresentante della Camera di Commercio, il quale, e spero di sbagliare, sembra fare proprie le posizioni fino ad oggi detenute solo dai revanscisti pantirolesi».
Oppure, se lo si dovesse ritenere consono, «in un mondo locale ipocritamente diviso etnicamente fino dagli asili infantili, si potrà proporre l'istituzione a Bolzano di un altra Camera di Commercio da destinarsi alle aziende italiane, visto che l'attuale non appare in grado di svolgere, con piena garanzia di parità di diritti, le mansioni di rappresentanza per ambedue i gruppi come sarebbe nelle sue doverose mansioni».(