del centrodestra alle provinciali, purché tutti i big rinuncino alla candidatura. «Io ci rinuncio», aveva detto Holzmann, ma devono farlo anche Vezzali, Urzì (Alto Adige nel cuore) e Seppi (Unitalia), «Questa è la via, se vogliamo veramente parlare di rinnovamento della politica». Vezzali replica parlando di «offerta inaccettabile, lanciata apposta per ottenere un rifiuto e lasciare le cose come stanno». Intanto il presidente del consiglio provinciale prosegue i contatti politici scatenati dalla sua uscita polemica dal Pdl guidato da Michaela Biancofiore. Con Vezzali ha dato l’addio al Pdl anche il consigliere comunale Mario Tagnin. Invece di abbandonare la politica, Vezzali sta iniziando ad accarezzare l’idea di fondare un movimento territoriale di centrodestra. Ieri Vezzali ha incontrato alcuni dei consiglieri comunali di Merano che da tempo hanno lasciato il Pdl, Ancilla Orio, Giovanni Narda ed Enrico Lofoco. Si rivedranno oggi e Vezzali anticipa: «Stiamo provando a vedere se è possibile lavorare insieme. Anche a Merano sono consapevoli di quanto sarebbe irragionevole arrivare divisi alle elezioni provinciali». Contatti in corso anche con Alessandro Urzì . Nei prossimi giorni Vezzali sancirà ufficialmente l’addio al Pdl depositando in consiglio provinciale il nuovo nome del gruppo consiliare. Sabato nella riunione di Fratelli d’Italia Christian Bianchi aveva proposto di andare a trattare con Vezzali e Urzì. Gli altri componenti del gruppo, a partire da Holzmann, hanno dato il via libera, ponendo però come condizione la rinuncia alla candidatura. Vezzali commenta: «L’apertura di Bianchi è interessante. Per quanto riguarda i veti, è troppo facile chiedere di andarsene agli avversari che hai sempre osteggiato in maniera a dir poco riprovevole e con saccenza. Troppo facile farlo soprattutto quando si ha la consapevolezza di aver perso tutto. Troppo facile farlo quando si ha la certificazione dell'esito uscito dalle ultime politiche di non contare più nulla. Dopo aver contribuito notevolmente a distruggere tutto. Tali dichiarazioni chiariscono che il centrodestra italiano si trova sull'orlo di un irrecuperabile baratro. Se non si ammette che è assolutamente necessario un radicale processo (ri)fondativo del centro destra evitando l'assurdo arroccamento sulle rispettive posizioni, si vive in una palese bugia»