4° parte - PROSTITUZIONE, PROIBIRE O LEGALIZZARE? Di Barbara Pegoraro e Maurizio Vezzali

Set. 30 2013

Parlano Roberto Roy Dolce, “piacente accompagnatore” e Efe Bal, la transessuale più famosa d’Italia.

“Chi pratica l’antica arte del meretricio, ma risulta disoccupato, è da qualche tempo costretto a giustificare stili di vita spesso all’insegna del lusso”.

Roberto Roy Dolce, piacente accompagnatore originario di Macerata, al quale il fisco ha notificato una cartella da 200 mila euro.

 Roy Dolce Gigolò

“Questo Stato ipocrita chiede le

tasse a un escort ma non mette in regola chi pratica questo mestiere”

Roberto Roy Dolce chiede solo che la “prostituzione sia legalizzata”, così da sanare un buco dello Stato; “se la prostituzione diventasse mestiere ci sarebbero benefici anche per le casse pubbliche”, sottolinea. “Si pensi solo che il 70 per cento delle escort sono straniere e i soldi li spediscono in patria”.

Roberto Roy Dolce è finito tra i nodi del sistema tributario e il suo caso sta generando imbarazzi al fisco: se infatti Roy accettasse di pagare, lo Stato potrebbe essere accusato di “sfruttamento della prostituzione”, ma se decidesse di non pagare, risulterebbe “un evasore”.

Il tariffario dell’accompagnatore maceratese spazia dai 500 (più rimborso spese) ai 2.500 euro a serata. Al mese sono circa 8 – 10 mila euro.

Efe Bal, trans, turca, trentasei anni.

Foto efe bal

 

Da tredici è a Milano: per strada (all’inizio), in appartamento di proprietà (ora), in tv (da conduttrice, opinionista e, infine, da maître à penser di un fisco più equo, intervistata da Michele Santoro). Efe Bal, “la transessuale più famosa d’Italia”, prosegue nella sua lotta: vuole pagare le tasse.

Se io, una trans che batte, riuscissi a far cambiare la legge e a far ottenere un bel po’ di euro all’Italia dalla tassazione della prostituzione, mi sentirei come Martin Luther King. 

“ricevo la lettera dall’Agenzia delle entrate. Mi avvisano che stanno aprendo un’indagine sui miei conti in Intesa Sanpaolo dal 2008 in poi. Passa qualche altro mese e mi avvisano di alcune irregolarità. Infine – tremando come una foglia perché aveva paura di poter essere visto mentre parlava con un trans, e di poter essere ricattato – mi si presenta a casa un funzionario e mi consegna la notificazione: una supermulta. Tra imposte contestate, sanzione per intero e interessi si arriva 388.650 euro. Con l’aggio si sale a 419.750»”.

“A me piace molto leggere i giornali, tenermi informata. Le brasiliane entrano in Italia con il visto turistico o, meglio ancora, dal Portogallo senza visto, e poi prendono una macchina o un treno e vengono qua, tanto c’è Schengen. Lavorano in una casa in affitto, fanno soldi, li portano là in contante. Comprano case in Brasile, macchine, una che conoscevo addirittura una stazione di benzina… Io mi sono stabilita qui, l’Italia è il mio Paese. Ho il doppio passaporto. Ho due appartamenti, una macchina. Me li pignoreranno? Ho letto della impignorabilità della prima casa, ma c’è un tetto di 120mila euro, mi pare di aver capito, e a me ne contestano  di più. In autunno andrò davanti al giudice e vedremo”.

«Se 40-50 mila prostitute pagassero le tasse non sarebbe meglio? Perché non vogliono riconoscercelo? Per quale falsa coscienza non dobbiamo essere cittadini come gli altri? Io non mi sento un parassita: facendomi le multe mi fanno sentire in colpa. Ma come posso essere colpevole, se le tasse non me le fanno pagare? Io odio quelli che evadono.